giovedì 29 settembre 2016

IL BAMBINO E IL MAGO - Salvatore Brizzi e Enrico Geminiani

Magie ritrovate
Titolo: Il bambino e il mago
Autori: Salvatore Brizzi e Riccardo Geminiani
Editore:Edizioni Il Punto d’Incontro
Anno: 2013
Pagine: 128
Genere: Saggio esoterismo

Magia e curiosità sono questi gli ingredienti di questo libro particolare che si legge in un soffio. Il bambino e il mago nasce con spirito ludico e arriva a regalare quei piccoli grandi insegnamenti che, troppo spesso, dimentichiamo.
Il piccolo Geremia trova in biblioteca un libro dalla copertina tutta bianca, La porta del Mago,  scritto dal mago Salvatore Brizzi. Stupito dal fatto che il bibliotecario gli dice che quel volume, proprio perché parla di magia, non possa essere interessante per un bimbo, Geremia decide di scrivere una lettera al Mago in persona, la cui risposta non tarderà ad arrivare. Inizierà tra i due una lunga corrispondenza attraverso la quale il Mago svelerà i suoi segreti al piccolo…
Il bambino e il mago nasce da un gioco: Geminiani, fingendosi un bambino, indirizza una prima lettera a Brizzi ponendogli delle domande, ispirategli da suo figlio, sul mondo della magia. Brizzi – conscio della sensibilità del piccolo – spiega allo stesso cosa significhi essere mago superando i luoghi comuni che riducono il mago a colui che fa sparire le persone o riesce con estrema facilità a estrarre conigli da un cilindro. Nulla di tutto questo: esser maghi significa, fondamentalmente, essere presenti a se stessi e avere la capacità di non giudicare il prossimo. Da questi principi cardini si dipanano una lunga serie di insegnamenti che non sono altro che un incitamento a guardarsi dentro, ad amare, a vivere secondo modalità che, troppo spesso, l’adulto dimentica perché troppo impegnato e soffocato da  condizionamenti esterni di vario tipo che gli fanno trascurare la sua vera essenza. Un libro che può piacevolmente essere letto anche da chi, come me, nutre un forte scetticismo nei confronti di tali tematiche perché, comunque, contiene verità profonde che più spesso dovrebbero essere applicate nella quotidianità, quali quella di ringraziare ogni giorno per ciò che si possiede o quella di donare senza necessariamente attendere qualcosa in cambio. Non è un caso che tale corrispondenza particolare si sia sviluppata con un bambino che ha la curiosità e la libertà spesso carenti nell’uomo adulto. E al di là delle proprie convinzioni personali, dello scettiscismo di ognuno di noi, è sicuramente un dato di fatto che la vera magia, di questi tempi, sia quella di essere presenti a se stessi.


lunedì 26 settembre 2016

I LIBRI SI PRENDONO CURA DI NOI - Régine Detambel

Mondi magici

Titolo: libri si prendono cura di noi
Autore: Régine Detambel
Editore: Ponte alle Grazie
Anno: 2016
Traduzione: Francesco Bruno
Genere: Saggio salute /Benessere
Pagine: 120

Interessante questo piccolo volume che si immerge nel mondo dei libri senza però fornire le classiche soluzioni miracolose che, spesso, son poco credibili.

I libri contengono già tutto, compresa l’arte di amare. Non esiste, infatti, nessun sentimento o emozione che sfugga a una rappresentazione verbale. Ed è proprio su questo che nasce e si sviluppa la biblioterapia, già sperimentata nei primissimi del ‘900, e definita compiutamente, nel 1961, nel Webster International come “l’utilizzo di un insieme di letture scelte quali strumenti terapeutici in medicina e psichiatria. E un mezzo per risolvere problemi personali grazie a una lettura guidata.” Pertanto, il libro è lo strumento dotato di forza immensa e capace di attuare un processo di liberazione e apertura oltreché modo eletto per uscire da forme di isolamento, per reinventarsi, riscoprirsi e rinascere. Il biblioterapeuta, nel suo percorso, dovrà semplicemente spingere il lettore a divenire “lettore di se stesso” in quanto le parole non hanno mai un fine in sé ma in noi. I libri, quelli buoni, sono quelli che incidono –a mo’ di bisturi- sulla sensibilità del lettore – in modo tale che egli riuscirà a vedere, con occhi completamente nuovi, gli oggetti più conosciuti come se li vedesse per la prima volta…
Régine Detambel, kinesiologa e scrittrice francese, in questo piccolo saggio ha riunito il materiale elaborato, nel corso degli anni, da vari studiosi in relazione al concetto e allo sviluppo della biblioterapia. Non è un caso che la stessa, sin da bambina, raccogliesse, ritagliasse e incollasse, con certosina pazienza le citazioni più diverse con una passione quasi da collezionista, lei stessa chiama i pezzi di tali raccolte “francobolli”. Interessante l’approccio adottato volto a creare una biblioterapia che sia creativa e che sia in grado di scuotere, come insegna Kafka con la metafora dell’ascia, abbandonando la c.d. biblio-coaching, di stampo anglosassone, tutta incentrata su letture “facili” e didascaliche. No, i libri devono essere complessi, lasciare spazio a interpretazioni,, a introspezioni, a tuffi e profonde nuotate nel nostro animo perché solo così potremmo trovarci o ritrovarci. No, quindi, a una biblioterapia medicalizzata in quanto tale arte non è né può ridursi a una semplice prescrizione: inutile, pertanto, attendersi da un biblioterapeuta un elenco di titoli tematici. In linea di massima, un libro interessante per l’approccio nuovo e lontano da libri simili nei quali, spesso, l’autore si pone sulla cattedra a dettare soluzioni magiche. Certo è, comunque, che la presenza costante – e quasi martellante – di citazioni e richiami renda la lettura un po’ macchinosa.

Altri libri:
Leggere. Perché i libri ci rendono migliori, più allegri e più liberi, Corrado Augias
Testi prigionieri, Jorge Luis Borges